Morituri Te Salutant by Danila Comastri Montanari

Morituri Te Salutant by Danila Comastri Montanari

autore:Danila Comastri Montanari [Montanari, Danila Comastri]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Historical, Mystery & Detective
ISBN: 9788501079596
Google: nbIpPwAACAAJ
Amazon: 8501079596
editore: Record
pubblicato: 2005-04-14T22:00:00+00:00


XVII

Decimo giorno prima delle Calende di luglio

Aurelio si alzò qualche ora dopo l'alba, incredibilmente allegro e disteso, e accolse di buona grazia Castore, che lo aspettava al varco, ridacchiando.

- Un profumo ancora diverso! Ah, la piccola mima... fa male il cavaliere Tito Servilio a fidarsi di te! - malignò il segretario.

- Sei forse il mio pronubo, Castore, o la decana delle Vergini Vestali, da doverti preoccupare di come passo le mie notti? - chiese il patrizio, piccato: il greco era proprio la persona meno adatta a impartire lezioni di morale...

Un colpo di tosse, volutamente discreto, li interruppe.

- Domine, Pomponia ti sta aspettando.

L'espressione corrucciata dell'intendente non lasciava dubbi sul giudizio che il pio Paride riservava a chi, rivestendo indegnamente alte cariche onorifiche, sceglieva di passare il tempo che avrebbe dovuto riservare a gravi doveri di Stato con le attricette della pantomima.

Come al solito, Aurelio finse di non accorgersene. I grandi signori avevano certamente la possibilità di occultare i loro fatti personali alla legittima consorte, e forse anche all'imperatore in persona, ma non certo ai propri schiavi... Decine e decine di servi, in ogni casa romana, assistevano ad adulteri, tresche, incesti, congiure: trattati come oggetti, si dava per certo che non fiatassero, indifferenti a tutto quanto accadeva attorno a loro. Eppure, questi testimoni muti vedevano, e in cuor loro giudicavano...

- Vengo subito. Falla accomodare nel tablino dell'ala occidentale - comandò il patrizio, lieto di possedere una domus abbastanza grande da scongiurare un imbarazzante incontro tra le due rivali.

- Come sei elegante, Paride, il verde ti dona! - si complimentò la matrona, lodando la veste, in tutto e per tutto uguale a quella di Castore, che l'intendente si stava sistemando con la mano ornata da un bell'anello di lapislazzuli.

Aurelio guardò l'amica e rimase a bocca aperta, facendosi sfuggire un grido di meraviglia: - Pomponia, sei splendida!

La dama che gli stava davanti non aveva nulla della mondanissima ed eccentrica matrona che aveva sempre conosciuto: priva della consueta, monumentale parrucca e delle pianelle rialzate, la donna era più bassa di ben due palmi. Il viso, non più chiazzato di belletto, appariva di un bell'avorio chiaro, venato appena da una sottilissima rete di minuscole rughe di espressione; persino il corpo abbondante, che di solito era fasciato da vesti sgargianti e multicolori, sembrava più snello nella semplice stola nera. Unico ornamento della sobria Pomponia erano due lunghissimi orecchini d'oro e perle che le scendevano a lambire le spalle.

Perso a contemplare questa nuova, impressionante versione della sua amica, Aurelio si era distratto.

- ...E subito prima di debuttare in teatro, si procurò un aborto - stava dicendo in quel momento Pomponia.

- Chi, Nissa? Sarà stato figlio di Vibone... - si lasciò scappare il patrizio, commettendo in un attimo di disattenzione l'imperdonabile errore di mostrarsi più informato della pettegola matrona.

- Perché ricorri a me, se sai già tutto? - protestò infatti la donna, irritata.

- Cosa dici, mia cara? La tua rete di spionaggio è in grado di tener testa persino a quella dell'imperatrice. Ma sospetto che tu abbia anche altre novità.



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